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La spaccatura tra il pensiero e il femminile avviene all'origine della storia dell'Occidente e permea interamente la nostra vicenda culturale, con ricadute estremamente gravi e critiche. Rintracciare il senso del "femminile" in Nietzsche significa innanzitutto scontrarsi con una serie di incrostazioni interpretative che da lungo tempo ne occultano il senso, così come molte altre "maschere" apposte dallo stesso filosofo. La misoginia che avvelena molti pensieri nietzschiani è un dato oggettivo e innegabile, che tuttavia non deve impedire di cogliere il sottile ragionamento sotterraneo che pervade l'intero suo pensiero e che propone il femminile e la donna come elementi assolutamente positivi, forse addirittura come utopia fondativa di una nuova "vita filosofica". Questo non significa assolutamente trasformare il pensatore tedesco in un femminista ante litteram, significa piuttosto, dopo aver distinto con la dovuta attenzione le molte "donne" che si aggirano nella sua filosofia, chiedersi finalmente quale sia il loro reale significato. La convinzione è che la comprensione del peso filosofico di questo problema sia indispensabile per illuminare la filosofia di Nietzsche su alcuni dei punti più problematici del suo percorso, dall'Übermensch all'eterno ritorno, dal nichilismo alla volontà di potenza, passando attraverso il grande mistero del dionisiaco. Postfazione di Bruna Giacomini.