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A metà del cinquecento in pochi credevano all'autenticità della Sindone. Lo stesso drappo che oggi a Torino viene contemplato in religioso silenzio da migliaia di visitatori è chiaramente additato come un falso in questo lavoro puntiglioso di Giovanni Calvino. Teorico di una delle due grandi riforme del cristianesimo, Calvino spiega il danno fatto dal culto di questi oggetti. Idolatrare delle cose solo perché appartenute per ipotesi ai santi o ai martiri è una forma di superstizione che allontana dal vero messaggio cristiano. La fede interiore e la contemplazione dell'opera dell'universo è il modo degno di onorare il supremo. Il testo fu scritto nel 1543 ed è un prezioso documento dei valori della riforma protestante. Ma letto oggi mostra quanto la Chiesa cattolica e i suoi ideologi contemporanei stiano nutrendo credenze sfatate da secoli. Un testo antico e vicino, quindi, che permette di riflettere sul senso profondo delle nostre credenze, sulle particolarità tutte italiane del sentimento religioso.