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La post-modernità ha generato una nuova figura sociale, quella del "giovane adulto", un adulto tra i venti e i trenta anni la cui condizione socio-familiare e psicologica ha propri caratteri di specificità. L'autore si propone di cogliere tali caratteri e di descrivere il nuovo "oggetto clinico" rappresentato appunto dal paziente giovane adulto. Quali strumenti teorici e metodologici sono più indicati per il lavoro clinico con questa tipologia nuova di pazienti? L'autore si impegna a rispondere alla domanda con una propria proposta clinico-teorica e clinico-pratica suffragata da un'ampia casistica di trattamenti.