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Oltre 250 immagini, molte delle quali inedite o rare, filmati e oggetti personali della fotografa americana, una delle massime esponenti della cosiddetta street photography. Questa monografia nasce dall'intento di raccontare aspetti sconosciuti o poco noti della misteriosa vicenda umana e artistica di Vivian Maier (1926-2009), approfondendo nuovi capitoli o proponendo lavori finora inediti, come la serie di scatti realizzati durante il suo viaggio in Italia, in particolare a Torino e Genova, nell'estate del 1959. Curata da Anne Morin, Vivian Maier presenta oltre duecentocinquanta immagini, molte delle quali inedite o rare, come quelle a colori, scattate lungo tutto il corso della sua vita. A queste si aggiungono dieci filmati in formato Super 8 e vari oggetti personali, come le sue macchine fotografiche Rolleiflex e Leica, e uno dei suoi cappelli. Pubblicata a corredo della mostra torinese, la monografia indaga i temi più caratteristici della cifra stilistica di Vivian Maier e si apre con la serie degli autoritratti in cui il suo sguardo severo si riflette negli specchi, nelle vetrine e la sua lunga ombra invade l'obiettivo; seguono le sezioni dedicate agli scatti catturati per le strade di New York e Chicago, ai ritratti ma anche ai gesti, agli atteggiamenti e alle posture delle persone fotografate; particolare attenzione viene quindi dedicata al suo interesse per il movimento e alle sequenze cinetiche da lei realizzate, alle straordinarie fotografie a colori e, soprattutto, al tema dell'infanzia, tanto caro a Vivian Maier, che l'ha accompagnata per tutto il corso della sua vita. Nata a New York nel 1926, Vivian Maier trascorre la maggior parte della sua giovinezza in Francia, dove comincia a scattare le prime fotografie. Nel 1951 torna a vivere negli Stati Uniti e inizia a lavorare come tata per diverse famiglie; una professione che manterrà per tutta la vita e che, a causa dell'instabilità economica e abitativa, condizionerà alcune scelte importanti della sua produzione fotografica. Fotografa per vocazione, Vivian non esce mai di casa senza la sua Rolleiflex e scatta compulsivamente accumulando una quantità di rullini così numerosa da non riuscire a svilupparli tutti. Tra la fine degli anni novanta e i primi anni del nuovo millennio, in gravi difficoltà economiche, vede i suoi negativi andare all'asta; parte del materiale viene acquistato nel 2007 da John Maloof che, affascinato da questa misteriosa fotografa, inizia a cercare i suoi lavori dando vita a un archivio di oltre 120.000 negativi. Un vero e proprio tesoro che ha portato alla scoperta del talento di questa straordinaria artista.