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Stoppini dà 'corpo' al "lato oscuro dell'immagine" contrapponendo l'aberrazione barocca al bello ideale neoclassico, il manierismo al rinascimento. Luca Stoppini è un artista dato in prestito alla fotografia, che gli ha dato modo di esprimere il suo talento sia come art-director di riviste di moda che come curatore e designer di allestimenti di mostre e sfilate o regista di video e cortometraggi. Il mondo della moda è il suo universo, ma l'arte è il suo ossigeno. La messa in pagine di immagini fotografiche come architettura e drammaturgia, cioè come lavoro sullo spazio e il tempo, è, infine, la sua ossessione quotidiana che poi si riproduce in ogni altra operazione che lo vede spesse volte impegnato tra Milano e New York. Come artista visuale ha lavorato sulla riproduzione in senso anamorfico della realtà, distorcendo i corpi e i volti fino a creare forme irriconoscibili, di una bellezza perturbante, icone di una realtà liquida e aliena. Una distorsione che forse nasce da un rapporto sentimentale con il tempo e le forme nello spazio quotidiano, una relazione estrema e per questo dolorosa al suo fondo. Come ha scritto Ivo Bonaccorsi in un catalogo del 2005, Stoppini dava 'corpo' al "lato oscuro dell'immagine" contrapponendo l'aberrazione barocca al bello ideale neoclassico, il manierismo al rinascimento. Un lato oscuro dell'estetica, la parte irriconoscibile, aliena dell'estetica glamour, che solo all'arte è concesso adottare e scovare nella vita notturna o delirante del linguaggio. (Sergio Risaliti)