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Giorgio Andreotta Calò (Venezia, 1979) si contraddistingue nella scena artistica contemporanea per il suo linguaggio innovativo; nelle sue opere fonde, rielaborandole completamente, modalità operative della scultura tradizionale con pratiche artistiche degli anni Settanta, in cui il processo di realizzazione diventa un aspetto centrale dell'opera, fino a diventarne il soggetto principale. Il corpus dei suoi lavori comprende sculture, installazioni ambientali di larga scala e interventi spaziali che trasformano architetture o interi paesaggi e sono spesso concepite per essere incluse in un ricco sistema di rimandi e collegamenti, anche attraverso l'uso di elementi naturali densi di significati simbolici - come l'acqua, la luce e il fuoco. Il suo lavoro è il risultato di un lungo processo di ricerca sui materiali - da quelli classici, come bronzo e legno, ad altri più inusuali come ad esempio il caranto, lo strato argilloso sottomarino su cui sorge la città di Venezia -, sulle tecniche di lavorazione e sulla loro origine. Il suo interesse per i materiali organici avvicina le riflessioni che emergono dalle sue opere a dibattiti internazionali sull'utilizzo e sulla dispersione delle materie prime e ai temi sui cambiamenti socio-ecologici. Come l'omonima mostra, la pubblicazione "Cittàdimilano" si concentra sulla sua pratica scultorea, presentando una selezione di lavori realizzati dal 2008 a oggi: oltre a un ricco apparato iconografico, con materiali inediti e di archivio e a schede dettagliate per ciascuna opera e serie scultorea esposta in mostra, il volume raccoglie saggi di Mara Ambro?ic? e Emanuele Quinz, Roberta Tenconi e Riccardo Venturi.