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Il rinvenimento di una tela con un San Girolamo, che per motivi stilistici può essere attribuito a Caravaggio, ripresenta il quesito - frequente nell'esegesi caravaggesca - di collegare le opere note alle fonti, sia edite che documentarie. Appartenuto nel XIX secolo all'incisore, tipografo e libraio Garnet Terry, del dipinto si ignorano però le vicende più antiche. Passati in rassegna i quadri noti o anche solo documentati con quel soggetto, viene qui proposto il collegamento con una tela eseguita a Napoli nella primavera del 1607 per ordine di Girolamo Mastrillo, esponente di spicco della recente nobiltà partenopea. La cospicua collezione Mastrillo conservata nel Palazzo a Via degli Impisi rimase pressoché intatta fino al 1764, quando morì Filippo Ceva Grimaldi, erede in via collaterale. Alla sua scomparsa senza eredi i beni di famiglia vennero messi all'incanto dalla Camera Sommaria di Napoli. Il quadro fu allora acquistato dal pittore napoletano Giuseppe Bonito per poi finire nei circuiti del mercato delle opere d'arte.