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Il "Piccolo diario" è senza dubbio il testo più rappresentativo e conosciuto di Leoncillo, concepito come qualcosa di unitario dopo che lo scultore trasformò una serie di annotazioni tra il 1957 e il 1964, più o meno organiche e più o meno essenziali, in un insieme di fogli dattiloscritti, edito parzialmente nel 1969. Nel "Piccolo diario" Leoncillo intende affrontare i problemi del quotidiano essere scultore, come "un vecchio ragno" il quale con la saliva tesse una tela che corrisponde al suo operare di ogni giorno. Sebbene le sue riflessioni, anche di carattere narrativo, possano richiamare alla mente una scrittura diaristica, le annotazioni non sono pensate secondo la scansione, la struttura e la logica di un diario vero e proprio. Il "Piccolo diario" si compone di 42 fogli dattiloscritti (utilizzando inchiostri nero o blu) e manoscritti, di cui uno fronte/retro con poche righe di mano fino a oggi ignota. Presentano aggiunte di note, correzioni, cancellature di varia natura, apportate in buona parte dallo stesso Leoncillo, il quale revisionò il testo per la stampa del 1969. Il volume la riproduzione integrale in copia anastatica con la trascrizione riveduta e aggiornata rispetto a quelle sonora conosciute, qui proposta nella versione definitiva nelle intenzioni dell'artista.