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"Viene prima Stan Laurei o Oliver Hardy? Narciso o Boccadoro? Bonnie o Clyde? Il rapporto tra Ezio Frigerio e Giorgio Strehler è di quella specie. È impossibile determinare chi abbia lanciato l'idea, chi l'abbia rimpallata ed elaborata. Quel che importa è che quelle idee hanno trovato spazio, forma, concretezza di quinte, luci e colori sul palcoscenico; e che ancora, dopo decenni in alcuni casi, vengano citate e rimpiante come alcuni tra gli esempi più felici di teatro nel secondo Novecento. Sicuramente Frigerio ha dato a Strehler ciò che questi non poteva trovare in altri scenografi, sia pure della grandezza di Gianni Ratto e Luciano Damiani: la solidità, la calibratura, la vastità, talvolta l'imponenza dello spazio." (Vittoria Crespi Morbio)