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Tre anni di sperimentazione in quattro carceri con il metodo usato nel progetto CO2 confermano che l'ascolto consapevole della Musica strumentale registrata consente ai detenuti di rimettere in moto un sentire atrofizzato da anni di detenzione, offrendo un bagaglio emotivo di positività da spendere in carcere o fuori. Succede attraverso speciali audioteche e un software che permettono ai detenuti di arrivare alla Musica dopo aver preventivamente stabilito lo stato d'animo in cui desiderano immergersi, lasciando poi che essa faccia la sua parte per portarceli. Sugli straordinari risultati della sperimentazione il Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell'Università di Pavia e CPM Music Institute di Milano hanno organizzato un convegno che porta il titolo di questo libro. In queste pagine Mussida descrive il progetto nelle sue finalità, modalità e presupposti artistico-scientifici. Tre anni di lavoro con un centinaio di detenuti nelle carceri di Opera, Monza, Rebibbia femminile e Secondigliano, assistiti settimanalmente da musicisti. Percorsi di ascolto personalizzati; l'ascolto di migliaia di brani di sola Musica strumentale, da assimilare e valutare in modo esplicito anche emotivamente. Brani suggeriti da musicisti e amanti della Musica secondo uno schema messo a punto da un'équipe di psicologi e sociologi su indicazione di Mussida, che da trent'anni si occupa di osservare e codificare alcuni effetti prodotti dagli intervalli musicali sugli stati d'animo individuali.