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I decenni a cavallo del Novecento vedono i musei statunitensi impegnati, con tipico spirito americano, in una vera e propria competizione per la formazione delle raccolte più complete, l'acquisizione di opere-chiave, la scoperta e la valorizzazione di artisti antichi e moderni. Il Detroit Institute of Arts, aperto nel 1885 e più volte ampliato e rinnovato nel corso dei suoi centotrenta anni di storia, è da sempre l'epicentro della gloria cittadina e già agli inizi del secolo scorso era considerato l'avamposto e la principale via di accesso delle avanguardie europee negli Stati Uniti. Il gusto e l'esperienza di William R. Valentiner, direttore storico del museo, hanno consentito scelte collezionistiche di altissimo livello, mentre Robert H. Tannahill, un'altra figura di straordinaria importanza, ha lasciato numerose opere d'arte e un ingente fondo per il costante accrescimento delle collezioni. Grazie alla convergenza tra il mecenatismo dei privati, fra cui la famiglia Ford, e la lungimirante direzione, il Detroit Institute of Arts è saldamente collocato tra i massimi musei degli Stati Uniti.