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Esistono vari modi di lavorare sui beni culturali: insegnare, prodigarsi nelle istituzioni, denunciare incuria e malefatte. Ma c'è anche chi decide di farsi testimone in prima persona, mettendo in gioco tutto se stesso. Fabio Maniscalco, archeologo, ha pagato duramente il suo impegno. Nato a Napoli il primo agosto 1965, ha sviluppato le sue pionieristiche esperienze nella tutela del patrimonio culturale a rischio in varie parti del mondo (Bosnia, in particolare Sarajevo, Albania, Kosovo, Medio Oriente) per strapparlo alla barbarie della guerra. Un tumore provocato dall'esposizione all'uranio impoverito durante le missioni nei Balcani lo ha stroncato il primo febbraio 2008. Questo libro racconta la sua storia.