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Dopo aver pubblicato con l'editore Skira i racconti per immagine di due importanti cantieri della città di Bologna: la Galleria d'Arte Moderna e la nuova sede comunale, esce ora questo nuovo racconto su un cantiere che non ha per oggetto un'architettura ma il lavoro di uno scultore. Come nei volumi precedenti l'interesse non era rivolto alla qualità degli oggetti architettonici ma a quella del loro farsi, anche in questo caso l'interesse non è indirizzato unicamente alla qualità dei singoli oggetti d'arte ma alla qualità della loro sedimentazione nel luogo dove sono stati inventati. Come nei casi precedenti non si poteva parlare di monografie d'architettura, anche in questo caso non si può parlare (almeno nelle intenzioni) di una monografia su un artista. Esistono le cose ed esiste lo spazio che le cose concorrono a definire; questo libro racconta lo spazio a cui le cose inventate da Gabriele Lalatta hanno dato vita.