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Questo libro documenta la parte più significativa dei dipinti realizzati da Emilio Tadini tra il 1985 e il 1996-97, proponendosi come logica successione del precedente volume "L'occhio della pittura" pubblicato da Skira nel 2007 e dedicato al lavoro dell'artista dagli esordi al 1985. Fin dall'inizio Tadini sviluppa la propria pittura per grandi temi, popolati da un clima surreale in cui confluiscono elementi letterari e onirici, personaggi fantastici e oggetti quotidiani, spesso frammentari, dove le leggi di spazio e tempo e quelle della gravità vengono sovvertite o annullate. Questo nuovo volume, che accompagna un'ampia mostra presso la Fondazione Marconi, presenta appunto le grandi opere e i trittici dedicati ai temi prediletti dall'artista milanese a partire dal 1985, ovvero i profughi e i filosofi che diventano simboli della condizione umana e in particolare di quella del pittore e dello scrittore, la città italiana con il suo fascino e il caos, il buio della notte circondata dal mistero, oltre agli interni, alle nature morte e alle fiabe che anticipano la produzione degli ultimi anni. Introdotto da un testo di Arturo Carlo Quintavalle, che mette a confronto i trittici dei maestri storici e del XX secolo con quelli di Tadini, il volume contiene oltre centosessanta opere riprodotte a colori ed è corredato di una ricca antologia di scritti dei maggiori autori che si sono occupati dell'artista nel periodo preso in esame, oltre che di numerose fotografie e documenti dell'epoca.