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Lamberto Pignotti è uno dei maggiori protagonisti dell'intensa stagione della poesia visiva. Da metà anni cinquanta alla ricerca poetica affianca l'attività saggistica, rivolta soprattutto al rapporto fra parola e immagine, all'attualità culturale, in particolare dedica significativi interventi all'arte e comunicazione visiva nella società di massa. Nei primi anni sessanta Pignotti teorizza le prime forme di "poesia tecnologica" e "poesia visiva", di cui cura nel 1965 la prima antologia. Nel 1963 fonda con Eugenio Miccini, Giuseppe Chiari e altri poeti, musicisti e critici il "Gruppo 70". Partecipa alla nascita del "Gruppo 63". Gli anni sessanta sono caratterizzati dalla sperimentazione delle intersezioni tra poesia sperimentale, arte visiva e mass media. La sua opera artistica procede rapportando segni e codici di diversa provenienza: linguistici, visivi, dell'udito, del gusto, dell'olfatto, del tatto, del comportamento, dello spettacolo. Della poesia visiva, di cui è considerato, insieme a Eugenio Miccini, il padre, è artefice e lettore, protagonista e interprete.