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L'arte di Safet Zec è un canto del quotidiano. La selezione di disegni, incisioni e tele presentata in questa monografia ritrae un "paesaggio domestico" fatto di persone, cose ed edifici che fanno parte del nostro vissuto di ogni giorno. I soggetti sono tavolate con ceste di pane, credenze, letti sfatti, teli e lenzuola che sembrano sudari, addii e partenze, corpi attraversati dalla vita e dalla morte: una pittura che sembra voler "invitare" a guardare dentro le cose, a coglierne l'essenza. Questa pittura sensibile e profonda è frutto di un percorso travagliato, che attraversa la geografia e la storia: dotato sin dall'adolescenza di un talento spontaneo per il disegno e la composizione, l'artista è giunto alla maturità stilistica proprio negli anni dello scoppio della guerra in Bosnia, il suo Paese natale, e del suo esodo all'estero che si è concluso a Venezia, la città dove ancora oggi risiede. La sua arte porta dunque il segno dalla tragica esperienza della guerra, ma nello stesso tempo rivela anche il legame con i capolavori della pittura rinascimentale, profondamente amata e con cui costantemente si confronta nella piena condivisione della pittura come un mestiere che è tanto più nobile quanto più conosce la propria storia.