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Questo libro e la mostra di cui è espressione sono frutto di un lungo lavoro di ricerca attorno a un tema che non era mai stato oggetto di studi mirati né di specifici eventi espositivi: l'influenza, a livello iconografico ed estetico, che Richard Wagner e il fenomeno del "wagnerismo" esercitarono sulle arti visive in Italia tra la fine dell'Ottocento e i primi decenni del Novecento. Personaggi e vicende dei drammi musicali di Wagner ricorrono ampiamente nei dipinti, nelle sculture, nei disegni, nelle stampe di quegli anni, in Italia come nel resto d'Europa. Un ruolo di protagonista assoluto, in questo ambito, spetta a Mariano Fortuny, autore di un Ciclo wagneriano che comprende decine di dipinti e incisioni, qui presentati integralmente. Le opere di Fortuny (spagnolo che scelse di diventare veneziano, inafferrabile e multiforme creatore) sono quindi messe a confronto con quelle di altri artisti italiani dell'epoca, che si ispirarono a Wagner o alle atmosfere simboliste e misteriose evocate dalla sua musica: Balestrieri, Viazzi, Prati, Palanti, Previati, de Maria, Martini, Wildt... E in un'ottica di studio complessivo sulla comunicazione visiva, non sono tralasciati nemmeno l'illustrazione, la cartellonistica, la caricatura e persino le cartoline e le figurine Liebig. A completamento dell'itinerario iconografico è presente anche una selezione di opere di importanti autori internazionali come Brossa, Kiefer, Tàpies e Bill Viola.