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Roberto Demarchi presenta nella chiesa di Santa Rita un itinerario che è nato proprio per il luogo in cui viene esposto ma, nel contempo, propone un discorso di respiro universale che prescinde da qualunque luogo fisico e che è, in verità, un vero e proprio luogo dell'anima. Dodici dipinti che, in astrazione, interpretano una serie di momenti cruciali tratti dai Vangeli, installati su strutture pensate e realizzate dall'artista per creare un ciclo vero e proprio, quasi all'uso degli antichi, con un linguaggio che non si potrebbe concepire più moderno e audace. Si avverte bene la volontà di porsi in un punto di equilibrio tra evidenza e mistero, tra semplicità assoluta e complessità insondabile. Non si può definire un simile atteggiamento nei termini di "moderno" o "avanguardistico", anche se il linguaggio di Demarchi è iscritto in modo perentorio nei termini di una modernità rigorosa e intransigente. Ma l'obiettivo della sua arte non è diverso da quello della grande arte rinascimentale o barocca. È, in altri termini, un intento comunicativo che vuole coinvolgere l'osservatore in una esperienza globale fatta di bellezza e di armonia.