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"Abitiamo un mondo che non ci appartiene in partenza ma che da subito pretende di farlo, stabilendo con noi quello che Pier Paolo Pasolini definisce un legame pedagogico, esercitato attraverso segni linguistici, con i quali entriamo in contatto nel momento stesso in cui i nostri sistemi percettivi si attivano. Si viene dotati, insomma, di una sorta di libretto di istruzioni volto a garantire una praticabilità immediata dello spazio: quanto è importante per ciascuno di noi questo orizzonte riconoscibile, questo confine di senso entro il quale la nostra esistenza può dipanarsi con relativa certezza? Senza di esso in molti casi ci ritroviamo confusi e spaesati, ancora ad esso ci appelliamo quando dobbiamo stabilire un vincolo indiscusso della nostra affermazione identitaria" (Giuseppe Gaeta).