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Si tratta del primo volume della "Pittura del seicento a Napoli. Da Caravaggio a Massimo Stanzione" di Nicola Spinosa, protagonista ed emblema, in questi decenni, della volontà di riscoprire e rinnovare fisionomia artistica e passioni radicate di una identità collettiva fuori dell'ordinario: dai soggiorni di Caravaggio, nei primi anni del secolo, una rivoluzione autentica capace di rielaborare e tradurre in colori immortali i fermenti che avevano seminato Giordano Bruno, Tommaso Campanella, la cultura di Galileo; attraverso il prolungato sperimentare 'naturalistico' dei suoi eredi orfani di guida, Battistello, Sellitto, Fnoglia, fino alla impronta poderosa caratteristica di Juse de Ribera; proseguendo con le interpretazioni originali di Cavallino, Guarino, Fracanzano, con le contaminazioni luminose di ascendenza emiliana di Lanfranco e Domenichino... finché, con la tremenda epidemia di peste del 1656 che annienterà oltre un terzo dei 400.000 residenti e la scomparsa di figure cruciali come Massimo Stanzione, la stagione del 'caravaggismo' lascia definitivamente la scena alle nuove pulsioni barocche, alle variazioni sul tema delle emozioni collettive e dell'immaginario artistico che sarà oggetto del secondo volume.