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Quali possono essere i freni sociali in grado di bloccare o contenere l'inclinazione "naturale" degli esseri umani a infrangere le regole e a intraprendere azioni devianti, talvolta anche di gravità criminale? In che cosa consiste questa inclinazione? Quali sono le sue radici? Sono queste alcune delle domande alle quali il volume cerca di rispondere attraverso una struttura semplice, articolata in tre blocchi tematici. Si parte dall'individuo che devia o che delinque e dall'idea che le sue azioni siano unicamente il frutto delle sue decisioni, nel corso delle quali egli valuta, più o meno sommariamente, i benefici e gli inconvenienti che di volta in volta gli si presentano: i reati sarebbero dunque azioni intenzionali che le persone compiono per ricavarne vantaggi. Si analizza poi la formazione della situazione criminogena, evidenziando le circostanze che incoraggiano questo o quell'atto deviante. L'idea di fondo è che il reato sia interazione, e che esso debba essere considerato, a questo nuovo livello dell'analisi, in stretto rapporto all'ambiente in cui ha luogo, e al cui interno vi possono essere le vittime stesse. Da ultimo si cerca di mettere in luce i collegamenti che possono esservi tra le opportunità criminogene e i deficit che caratterizzano la vita di taluni individui e/o gruppi di individui.