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Nel corso dei secoli il cibo ha da sempre rappresentato per l'uomo non solo un semplice mezzo di sostentamento, ma un vero e proprio simbolo culturale. Se ciò vale per ogni società, a maggior ragione vale per la nostra Italia, paese delle cento città, dei mille campanili, terra delle cento cucine e delle mille ricette. All'interno della gastronomia nostrana senza dubbio un ruolo di particolare importanza lo assume oggi il comparto enologico, da secoli punta di diamante dell'agricoltura e della cultura delle campagne italiane come emblema del territorio stesso. I francesi, pionieri in questo campo, hanno da poco accostato alla denominazione dei vitigni il termine terroir, inteso come appartenenza/legame alla terra di coltivazione delle viti, ormai diffusissimo anche da noi. Eppure questo concetto non esaurisce appieno le reali funzioni sociali e culturali collegate al vino. Da ciò discende il titolo del presente lavoro: oltre il terroir, poiché il vino è nella nostra visione portatore di più aree funzionali, tra le quali senza dubbio rientra l'appartenenza al territorio di produzione, ma assieme ad esso vi è un mondo fatto di simboli, emozioni, legami sociali e culturali che non trovano piena espressione in un termine solo. La riflessione su questi temi ha portato ad analizzare una particolare realtà di produzione di un vino "minore" italiano: il Cabernet della Valle di Comino.