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Le rivolte popolari nei paesi arabi del gennaio-febbraio 2011 hanno reclamato la fine delle tirannidi e riforme costituzionali democratiche. Le loro cause economiche e politiche, come rivolte "della fame" e per diritti e democrazia, nonché l'assenza apparente di regie religiose e antioccidentali, hanno indotto ipotesi di incipienti novità storiche nella cultura politica del mondo islamico paragonabili alla laicizzazione della Turchia. Ma il macigno della storia continua ad incombere sull'Islam; il volume concentra dunque l'attenzione sull.emblematicità del suo potere temporale, o colonial-totalitarismo religioso, di per sé poco adatto per una genuina testimonianza dell'aldilà. Si tratta di un aspetto presente geneticamente nell'esperienza storica dell'Islam, avviata militarmente nel VII secolo e proseguita con successo fino all.VIII, dettando ancor oggi legge morale e giuridica a credenti e non credenti dei territori conquistati. Ci si chiede dunque se non si sia ormai giunti alla fine non della religione islamica, ma di questo potere temporale o colonial-totalitario religioso, assediato negli ultimi due secoli dalla modernità occidentale, dai prodotti materiali di questa, dai suoi servizi, dalla sua cultura scientifica e tecnologica; ma assediato soprattutto dalla sua cultura giuridica, dal suo diritto, che intende l'"altro" come pari e non come "infedele", o minoranza religiosa "protetta", colonizzata, tollerata, sempre discriminata e perseguitata.