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Se è vero che trasmettere un sapere richiede sempre una pragmatica, non è altrettanto vero che una qualunque pragmatica apra la scena comunicativa di un insegnamento. Interrogare il concetto di insegnamento vuol dire affrontare la questione della sua legittimazione discorsiva e individuare la titolarità originale di una parola capace di magistero. Nello spazio della cultura occidentale un tale problema non ha un'origine empirica, ma è ancorato alla trascendenza riflessiva di cui è portatrice da sempre la filosofia. Il discorso dell'insegnamento sorge solo con la domanda teorica che accompagna il pensiero filosofico nel momento in cui appare un sapere che intende essere scienza, logos dimostrativo. È lo statuto epistemico della parola che apparendo pone una domanda di senso sulla sua trasmissione peculiare per consentirsi un'esprimibilità diversa dalla comunicazione ordinaria. L'attualità della cultura postmoderna ci segnala che è precisamente la differenza tra doxa ed episteme che entra in declino nella filosofia contemporanea e con essa anche il possibile discernimento della varietà dei suoi campi discorsivi e culturali. Il movimento di questo lavoro mira a discutere la responsabilità filosofica di questa crisi mantenendosi in tensione speculativa con la tradizione greca del logos, per cogliere nella decadenza del valore apofantico della filosofia, la fuoriuscita del sapere stesso dall'ordine simbolico della trasmissione educativa.