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"Al fine di favorire la soluzione dei problemi riproduttivi derivanti dalla sterilità o dalla infertilità umana...." così nel 2004 si presentava, con il suo articolo 1, la legge 40 sulla fecondazione medicalmente assistita. Ma poi si leggeva e si scopriva subito che il vero fine non era curare la malattia, ma sacralizzare I'embrione, imponendo divieti e limiti contrari a tutta la cultura medica e scientifica. Le coppie che cercavano un bambino, i loro medici, le associazioni che le sostengono hanno dovuto fare una lunga strada per superare tutta questa ragnatela di restrizioni e di impedimenti. Ci sono voluti cinque anni: partiti dai tribunali di tutta Italia, si è arrivati alla Corte Costituzionale che, con la nota sentenza 151, ha rimesso molte cose a posto ed ha consentito, come ha detto un grande ginecologo, che il medico potesse ricominciare a fare il medico. Gli autori, membri del collegio nazionale di avvocati che ha difeso le coppie davanti alla Corte, ripercorrono tutte le tappe di questa battaglia per la difesa della laicità e per l'affermazione del diritto alla salute, con particolare attenzione alle opposte tematiche culturali, quelle che condizionarono il legislatore del 2004 e quelle che convinsero il giudice del 2005.