Tab Article
Le aree rurali di molti Paesi del Sud del mondo sono diventate il principale polo di attrazione di molta parte della popolazione rurale. Se nel 1950 la popolazione mondiale era pari a 2,5 miliardi di individui, dei quali il 29,7% risiedeva nelle aree urbane e il 70,3% nelle aree rurali, nel 2009 la popolazione a livello globale cresce a 6,7 miliardi quasi equamente divisi tra aree urbane e aree rurali. Per il 2030 le Nazioni Unite prevedono che il 60,3% della popolazione mondiale risiederà in ambito urbano e il 39,7% in ambito rurale, con percentuali opposte rispetto a quanto registrato negli anni cinquanta del secolo scorso. Sulla base dei precedenti dati appare opportuno chiedersi se le grandi città del Sud del mondo, parzialmente degradate dalla crescente migrazione, saranno in grado di supportare la prevista massa d'urto demografica di provenienza rurale. A tal fine s'intende proporre un approccio di sviluppo - la nuova ruralità - che rivaluti il ruolo del mondo extraurbano, passando da una logica settoriale a una territoriale e che superi la visione politica riduttiva di aree rurali destinate alla sola produzione agro-zootecnica e forestale. L'obiettivo è la promozione di sistemi territoriali integrati fondati sul "dialogo" socio-economico tra il mondo urbano e il mondo rurale e che abbiano in se stessi gli elementi per una maggiore stabilità anche di natura politica.