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Le donne sono oggi ben presenti nel mondo del lavoro e costituiscono una quota importantissima della produttività del nostro Paese: il tasso di occupazione femminile (Istat, 2009) è al 46,3%, ed è in costante crescita. Eppure, quando si pensa ai pericoli sul lavoro, si pensa agli uomini impegnati in settori ad elevato rischio di infortuni e non alle donne che lavorano nell'assistenza sanitaria o sociale. Esaminando però attentamente tutte le condizioni di lavoro, si vede che tanto le donne quanto gli uomini affrontano notevoli rischi. Risulta dunque fondamentale includere un'ottica di genere nella valutazione del rischio lavorativo e nell'individuazione delle misure di prevenzione: molti studi indicano che le donne, anche se meno soggette a infortuni, hanno tristi primati nel contrarre malattie. In particolare, i nuovi fattori di rischio - lo stress, il burn-out, il mobbing e le molestie sessuali - nella loro interconnessione, costituiscono gravi insidie per la loro sicurezza e salute; anche il "doppio lavoro" e la cosiddetta "interfaccia casa-lavoro" impongono di visualizzare il carico domestico come un quid aggiuntivo di fatica e di stress. Accogliendo questa indicazione, il volume si concentra da un lato su i nuovi rischi, dall'altro sul collegamento tra salute e condizioni di lavoro.