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Il connubio tra "positivismo" e "relazione" è come l'acqua con l'olio. Nessuno aderirebbe oggi all'epistemologia positivista su cui Freud edificò la sua psicoanalisi. In questo libro l'autore presenta: un'epistemologia della Presenza a se stessi dove non è il mondo a essere complesso, ma le possibilità e i limiti della nostra conoscenza; un Io-soggetto fondato sulla Teoria dei sistemi che non sia riduzionista, ma colto nel suo formarsi (Infant research) e nel suo agire (interazionismo); una relazione intesa come interazione poiché l'interagire e il meta-interagire conducono alla conoscenza del mondo, dell'altro e di sé; un cambiamento che non sia un adeguamento a un modello di "normalità" perché genererebbe violenza. L'Io-soggetto adotta sempre ciò che è funzionale alla sua coerenza e una sofferenza non come mancanza o costrizione, ma come esperienza legata al passaggio da uno stato di coerenza ad un altro. Il caso clinico di Giacomo permea tutto lo scritto ed esemplifica l'aspetto teorico. Siamo in un'epoca straordinaria. La psicoanalisi non fa eccezione. Lo straordinario del nostro tempo è nell'essere aperto e ricettivo di una prospettiva nuova sull'essere umano.