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Nell'era dell'ascrittività, "il pensiero politico viene sviluppandosi prevalentemente in via deduttiva, a partire da concezioni razionali astratte, di tipo teologico e metafisico", riguardanti il fine ultimo della vita umana e "l'essenza del sociale". Sarà solo la profonda "rottura" conseguente all'affermazione della soggettività a rendere possibile una società di soggetti liberi ed eguali, ai quali soli spetta la scelta dei suoi fini, legittimamente titolari di interessi particolaristici e ideali divergenti, che richiederà dunque la creazione di istituzioni politiche capaci di mediare e realizzarne una sintesi, dando vita ai valori, tipicamente moderni, di sovranità popolare e democrazia rappresentativa.