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È facile e rassicurante seguire i luoghi comuni. Tutto è più semplice, già interpretato, pronto all'uso. Tutto diventa ovvio, anche dare per scontato che la cecità sia una malattia totalmente invalidante. Un male oscuro che impedisce di realizzarsi nella vita, nel lavoro e negli affetti. Questo libro chiede a chi la pensa così - vedenti e non - di cambiare logica, di provare a risalire la corrente del pregiudizio. Di lasciarsi guidare dai racconti numerosi e diversissimi - dei ciechi che ce l'hanno fatta. Dall'avvocato di grido alla cantante famosa, dall'abile artigiano all'esperta informatica, dal campione di sci allo scultore affermato, ognuno svelerà piccole e grandi strategie che portano al successo, ma soprattutto al superamento degli ostacoli dovuti non solo alla cecità, ma anche alla cultura corrente. "Il cieco che mi sta di fronte forse mi vede. Mi sente, mi avverte, mi capisce, più di quanto io faccia nei suoi confronti", scrive acutamente Giuseppe De Rita nella sua prefazione. Da questo ribaltamento di prospettiva hanno origine le riflessioni che percorrono il libro. Ne risulta un'analisi disincantata, ma carica di significati e di vere e proprie sorprese, del rapporto fra vedenti e ciechi.