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Al centro delle famose analisi di "Essere e tempo" sta l'analisi della cura, cioè dell'essere dell'esserci. Come interpretare l'essere dell'esserci? Secondo l'autore, leggendo nel suo pieno senso onto-fenomenologico (di psicologia o antropologia descrittiva) il par. 41 di "Essere e tempo", si può dire che Martin Heidegger si trovi posto dinanzi a un bivio: da una parte il concetto di "volontà", sulle cui spalle grava una tradizione millenaria che da Platone a Schopenhauer attraversa tutto il pensiero occidentale, e dall'altra il concetto innovativo di "preoccupazione" con cui l'autore traduce il concetto di Sorge. Heidegger presenta la Sorge come la traduzione tedesca del latino cura che, a suo dire, consentirebbe una lettura temporale dell'essere dell'esserci, capace tra l'altro di includere le tre dimensioni della temporalità psichica (già indicate da Agostino nel Libro XI delle sue "Confessioni") nella loro ambivalenza di autenticità ed inautenticità.