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"All'interno delle poesie di Milana, dunque, si sente urgente e quasi prepotente la necessità di un luogo altro, di un Altrove, che non è spazio definito, bensì uno spazio cosmico sospeso "tra cielo e terra" in cui tutto sia possibile o perlomeno sia possibile ottenere ciò che la Terra "non può dare". È una ricerca vorace perché ciò che si deve colmare è profondissimo, è un "vuoto" che essendo dentro travalica i confini dell'umano per diffondersi e trasfondersi nello spazio esteriore fatto solo di 'apparenze che non appartengono'". (Dalla postfazione di Anna Maria Ancona)