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Ci sono dei suoni a scandire la vita di Alessandra Papitto, dalla campanella tra una lezione e l'altra a scuola al rintocco delle campane, ma ce n'è uno che ha un valore particolare. È il lamento della sirena della fabbrica che ancora oggi da cent'anni scuote la sua valle. Proprio quel suono le ricorda chi è, la sua storia e quella della sua famiglia, ma soprattutto la lega come un filo invisibile alla sua amata terra. Lei ama il luogo in cui vive e lo conosce dai racconti dei nonni e dei genitori, attraverso mostre fotografiche, libri a tema, ma anche articoli di cronaca sui veleni delle industrie chimiche e belliche che per decenni hanno inquinato Colleferro e la Valle del Sacco. Un racconto vero, come la vita, quella vissuta appieno, intensamente, per difendere i valori in cui si crede. Al mattino nella valle spesso c'è la nebbia, tutto è avvolto, indistintamente, dal fumo della fabbrica che si mischia al fluido grigio bianco naturale e il sole fa fatica a superare lo scudo compatto, ma come un guerriero alla fine vince, e su tutto torna a risplendere il sole...