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Siamo in Calabria ai giorni nostri, la 'ndrangheta da organizzazione di caprai è diventata una potente organizzazione criminale che si alimenta col sangue. Un esercito, armato fino ai denti, che marcia contro il vecchio mondo per diventarne classe dirigente. Molti entrano a farne parte, ognuno con le proprie mire. Anche Luciano, cinquant'anni suonati, dopo la perdita del lavoro e della stima della famiglia, entra a farne parte, costretto dal bisogno. Comincia per lui l'apprendistato fino a diventarne un componente a tutti gli effetti. Le cose all'inizio vanno bene. Soldi, donne, rispetto degli altri, ma anche ferocia tinta di sangue. Nell'ombra si muovono i colletti bianchi, gente come l'avvocato, un apostolo del male votato al sacco della città e allo smantellamento dei pochi valori rimasti. Luciano capisce che per lui è venuto il momento di versare il sangue degli altri se vuole sopravvivere. Ma non può. È uomo onesto e decide d'uscirne. Così fa: ne scappa, ma lo fa col solo modo che la sua natura gli consente.