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La poesia di Simonetta Sambiase è ricca di temperamento e di magia lessicale, di guizzi e di invenzioni. Ci parla di un amore guerriero e senza pace, un corpo a corpo con l'altro e con le parole, che sono scavate nella carne viva, nella "sanguinante grafia della pelle". Qui l'altro è a portata di sguardo e insieme a perdita d'occhio, così vicino da diventare irraggiungibile, così desiderato da svanire in un "rogo di tenebre", così invocato da perdersi nelle "radiazioni del disamore" e da "piantare stendardi con le punte avvelenate". Qui tutto è veloce e mortale. Immagini che sembravano lontane vengono avvicinate all'improvviso, mostrano la loro inattesa parentela e svelano universi nascosti, svelano la nostra parte più sola e vulnerabile, la nostra vita nuda e senza scampo, condannata ad avere "il blasone del nulla sulla schiena".