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Jung - che forse sa di cosa parla - afferma che "conoscere e comprendere l'anima umana è il compito più difficile, che possa presentarsi a una mente investigatrice". E continua sottolineando che "la psicologia scientifica, nonostante la sua immensa estensione in superficie, non ha neppure iniziato un processo di liberazione da quelle montagne di pregiudizi, che sbarrano l'accesso alla conoscenza dell'anima nella sua verità". "Per cui" - rileva Jung - "dinnanzi alle difficoltà dei rapporti affettivi e tra i sessi continuiamo ad applicare, con disastrosi risultati, metodi medioevali, se non addirittura dell'età delle caverne". Chi scrive non è uno psicologo, un sociologo, un antropologo, un fisiologo, un filosofo, un pedagogo, un biologo, un etnologo. Non è, cioè, un esperto, ammesso che vi siano esperti dell'animo umano e dei sentimenti.