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Le emozioni più profonde e dolorose di Innocente sono tutte nelle lettere custodite all'interno di uno scrigno, fatto apposta per lei con amore dal suo futuro sposo. Quelle lettere però sono di sua madre, o meglio della donna che sa essere sua madre, ma che non potrà mai riconoscerla pubblicamente. In questo racconto, che attraversa anche le miserie della Seconda Guerra Mondiale, Dina Baggi ripercorre la vicenda umana di una bambina, abbandonata appena nata perché frutto di un atto inconfessabile, di un peccato, come direbbero tutti in paese. Una volta cresciuta, però, la bambina non potrà fare a meno di cercare quella donna che, giovane e fragile, non ebbe la forza di lottare per lei. Eppure la ricerca di Innocente non sarà mai del tutto appagata, si scontrerà con l'esigenza primaria della madre Pinin di preservare la sua reputazione, resterà delusa molte volte anche se, in qualche modo, riuscirà alla fine a riappropriarsi della propria identità. Lo farà quando, mamma anche lei, racconterà la sua storia alle figlie, condividendo quel segreto di famiglia, che anche loro devono conoscere per sapere infine chi sono.
