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Un amore che ha il sapore delle cose semplici, anche se è stato terribilmente complicato. Tina e Luigi hanno lottato contro tutto e tutti, famiglia, pregiudizi, avversione sociale, per far trionfare un amore nato nella campagna di Cervara di Roma, puro come una bella giornata. Dalla loro parte solo la certezza dei sentimenti, a fronteggiare l'opposizione sociale e familiare al matrimonio tra consanguinei, perché Tina e Luigi sono cugini carnali. Una circostanza che basta a marchiare la loro unione con il sigillo dell'infamia, a gettare sui loro cuori il terrore di ritrovarsi con un figlio non sano. E invece quell'amore, grazie anche a papa Giovanni XXIII che concederà il nulla osta alle nozze, riuscirà non solo a sopravvivere ma anche a trionfare, nonostante le tante sofferenze della vita. Un libro che, raccontando l'ascesa sociale di una coppia di contadini da Cervara a Roma, rappresenta anche e soprattutto un documento linguistico di straordinario valore, laddove fissa sulla pagina la spontaneità e l'immediatezza di un italiano che raramente trova posto nella lingua scritta.