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Raccolta di una grande e profonda densità emotiva, "Fantasmi per lo psicanalista" prende avvio "dalla risonanza nell'animo di una parola o di un'immagine". Come affermato dallo stesso Piero Bonora, l'idea di questo poemetto in frammenti "è nata dalla suggestione della parola 'fantasmi', con la quale si possono definire le immagini, i ricordi, le emozioni, gli incubi, i sogni che come lampi percorrono l'animo". Un lavoro intimo, dunque, fortemente permeato da tutto ciò che si agita all'interno dell'autore, dall'incanto che deriva da un.accurata osservazione empatica della realtà, dai ricordi legati a volti, persone, odori. Ne vien fuori "un messaggio a volte oscuro e ambivalente, ma questo linguaggio si propone in prima istanza di esplorare la parte oscura dell'animo con la convinzione che esprimere i propri fantasmi sia la via maestra per la ricerca della propria autenticità".