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Una singolarissima raccolta di brevi racconti, mordaci e leggeri, che ruotano attorno al tema della morte: il libro d'esordio del giovane Di Vita è un mulinello che gira, paradossalmente allegro, una sorta di rapida marcetta irriverente e trasognata, che non lascia spazio al dramma e che nel suo vorticare mescola elementi pulp e grotteschi in un mix pungente e dissacrante. La morte gioca con gli uomini: solo apparentemente essi la sfidano, la seminano nel mondo; la morte li manovra, fredda e irrefrenabile, servendosi dei loro vizi e delle loro debolezze, scegliendo tra i più stolti i suoi sicari e tra gli ipocriti le sue inermi vittime. Di Vita si rivela uno scrittore svelto, di grande compiutezza e vasta visionarietà, capace di racchiudere in poche pagine storie di miseria, meschinità e ingiustizia. Storie di oggi, trasfigurate in immagini e sogni violenti..