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La malinconica e contemplativa raccolta di Giovanni Manzo, intitolata Fiori di magnolia, ha il grande dono dell'immediatezza. L'autore mira a colpire il lettore con dei versi estremamente vividi e diretti, che pur nel loro descrittivismo non si perdono mai in artifici stucchevoli o in cervellotici ricami baroccheggianti dalle tinte ermetiche, del tutto ripudiati e banditi a vantaggio di una lirica di stampo "sabiano", caratterizzata dalla linearità dello stile e dalla semplicità concettuale. Eppure, la spontaneità cristallina del linguaggio di Manzo si sprigiona, in tutto il suo sorprendente pathos evocativo, nell'idealizzazione romantica di uno spirito contemplativo e sognante. Il leitmotiv principale che accomuna le poesie raccolte nella presente silloge è senza ombra di dubbio quello dell'amore. Amore inteso come gioia, come anelito di simbiosi, di "fusione" con gli elementi naturali e con l'ordine del cosmo stabilito da Dio.