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Sul fianco di una montagna, affacciata sul lago, in un luogo dimenticato e nascosto tra la provincia di Trento e di Verona, c'è una casa bianca. Da lontano, quando il sole illumina i muri, sembra una perla o una conchiglia, appoggiata per caso in quel luogo impervio. È lì che Giovanni ha deciso di costruire con i pochi soldi portati a casa dopo gli anni nella 'Merica' ed è lì che ora Sara, sua nipote, ha fatto ritorno dopo molti anni di assenza, perché la casa è in pericolo, al suo posto vogliono costruire un'autostrada, e Sara non può permetterlo. In quella casa, infatti, si sono intrecciati i destini di Giovanni e della moglie Ines, le vite brevi di Erminia, Maria, Giuseppe e degli altri fino a Italia e a Sara. E, soprattutto, è lì che Sara ha ricevuto il dono che si tramanda nella loro famiglia, il dono dell'acqua. Come Giovanni, anche Sara sente l'acqua e sa come e dove trovarla, avvertendo con la forcella di salice la vibrazione che indica quale sia il luogo. I doni, però, come le ha sempre ricordato suo nonno, sono croci da accettare e da sopportare. E così è stato per lei che in un pozzo ha perso l'amore della sua vita. Ora che è tornata a casa, è giunto per Sara il momento di ripercorrere tutta la storia familiare che ha condotto fino a lei, una storia di risvegli e di ritorni, di ferite che segnano, di madri e figlie che si scelgono, di un continuo mutare che poi sempre riporta a casa. E, in particolare, di quel dono amato e odiato. Quello sarà il suo lascito per la figlia Mirta, a cui spera di riavvicinarsi, e sarà il suo modo per mettere in salvo l'amata casa.