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"Una confessione doveva cominciare dall'inizio, ricostruendo. Proprio così, pensai, vivere e fallire sono la stessa cosa, il passato è sempre un cumulo di macerie che opprime dei sepolti vivi. Per questo bisognerebbe dimenticare e ricostruire." Il romanzo traccia una parabola generazionale attraverso la storia di un rapporto di coppia, quello tra il narratore Nico Incerti, classe '56, e Clara Bevilacqua. Nico ripercorre i momenti salienti del proprio passato: tra questi il naufragio del matrimonio, causato dal riemergere di ferite d'infanzia mai sanate, da una costituzionale mancanza di vitalità e, soprattutto, dalla freddezza con la quale accoglie il desiderio di Clara di essere madre. Nel ricordare le diverse "fasi" della propria esistenza, ognuna intimamente intrecciata agli avvenimenti storici - gli anni di piombo, il crollo del comunismo, la disaffezione politica della seconda repubblica - il protagonista arriverà a comprendere la sua sconfitta ed elaborare, nella ritrovata solitudine del paese natale, una forma di privata saggezza e accettazione del proprio destino.