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Tra i motivi prediletti della pittura di Ulvi Liegi (pseudonimo di Luigi Levi, 1858-1939) ci sono i parchi nella bella stagione, le marine, le vedute di Livorno. Una quotidianità senza enfasi fa da sfondo alla sua opera, senza che elementi perturbanti scalfiscano un mondo da cui sono escluse le asprezze dell'esistenza. Una produzione tutta in chiave intimistica, lontana dai temi propagati dalla cultura dominante, tanto compatta sul piano iconografico quanto variegata su quello della forma. Liegi adotta di volta in volta ritmi pacati o si concede a esperimenti più liberi, ai grafismi nervosi e alle audacie compositive di una scrittura elementare. Su tutto spicca il colore, mai steso in modo omogeneo ma per risaltarne le continue variazioni, via via sempre meno aderente al dato oggettivo, sempre più lontano dal realismo, in un aggregato coloristico fatto di dissonanze più che di accordi armonici. Il volume raccoglie circa un centinaio delle sue maggiori opere, pubblicate tutte a colori e a piena pagina. In apertura il saggio di Stefano Fugazza "Momenti del postimpressionismo in Toscana". Concludono l'opera un testo biografico e una bibliografia aggiornata. Prefazione di Sira Borgiotti.