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"Non Tu non Io, disse Lola, non tu non io né demone né dio né pensiero né essere né logos né Verbo né altro - era in principio. In principio era lo Sguardo, pensano alcuni. L'Occhio, lo Sguardo. Ma le cose non stanno proprio così. In principio, ti dico, disse Lola, era il Senzaprincipio, il senza-principio: l'An-ar-ché. Nello spazio occupato dal trattino, nella scrittura, si apriva in tutta la sua infinità, infinità contratta e trattenuta nell'inerzia estrema del suo non essere, la generosa nullità del Nulla le cui proprietà più feconde però erano custodite e racchiuse nelle distese e negli splendori della sua immaginarietà e-statica, ancora sconosciuta forse al Senzaprincipio stesso: conscio della propria luccicante in-Coscienza o coscienza-senza-Inconscio, ma sprofondato in una condizione di dormiveglia il cui sussulto caotico minerale-vegetale-animale-spirituale giaceva e viveva strideva fremeva nel deserto della sua solitudine..."