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Di Dante sappiamo davvero tanto se non tutto, specie dopo un intero anno di celebrazioni e pubblicazioni per il centenario della sua morte (1321). Eppure molto ancora ci intriga nel profondo: cosa lega davvero Dante a quella lunga stagione medievale che oggi ci affascina in modo così pervasivo? Il percorso qui proposto vuole perciò condurci verso aspetti non scontati di Dante e dell'epoca in cui è vissuto, aspetti che ci parlano e ci assillano anche nel nostro presente e nella molteplicità del nostro immaginario che è profondamente legato a Dante, come il libro vuole dimostrare. Dante è una sorta di "mago" evocatore (come Merlino) di mondi infiniti, capace di rapirci negli abissi per poi esaltarci in una visione celeste quasi in gara con le "immaginazioni" della fisica quantistica. Cantore della pluralità di mondi dentro di noi e fuori di noi, Dante è giustamente fiero e indomito, simbolo di una ricerca inesausta di libertà, la libertà che i grandi poeti e narratori (come tutti gli artisti) sanno definire come propria cifra e che nessuno potrà mai sottrarre né a loro né a noi appassionati lettori.