Tab Article
La geografia, per il geografo de "Il Piccolo Principe", si occupa "delle cose eterne". Ma ciò che la rende eterna risiede nel suo perenne e continuo interrogarsi: su se stessa, sul proprio ruolo, sulle finalità e obiettivi da perseguire e soprattutto su come possa essere, e continuare ad essere, una scienza-competenza al servizio dell'ambiente e delle collettività sociali, l'uno e le altre estremamente cangianti e forieri di nuove sfide, l'uno e le altre talmente embricate da formare un'unità inestricabile dalle molteplici e imprevedibili risonanze. Il volume raccoglie i risultati di un convegno urbinate (marzo 2019) cui hanno partecipato colleghi di prestigiose scuole di geografia, di diversa provenienza ed estrazione culturale, ma accomunati dall'obiettivo di ripensare snodi importanti della disciplina e riflettere sulla sua evoluzione in un arco plurigenerazionale. Per questo, attraverso la personale narrazione, si è cercato di coniugare la testimonianza di un maestro con quella dell'allievo e comunque di definire il processo epistemologico in cui ognuno si è inserito con il proprio contributo di studioso e di educatore, in continuità di pensiero e di azione con retaggi ricevuti, ma in costante revisione e rinnovamento alla luce di inedite prospettive e sviluppi. Senza mai perdere di vista i riferimenti irrinunciabili della geografia, così da connotare e confermare l'identità scientifica di una disciplina antica, eppure sorprendentemente sempre nuova, capace di rinnovati slanci e insospettati orizzonti applicativi.