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"In quel preciso momento, la mano di Riccardo cominciò a tremare. La lama arrugginita del coltello che stava impugnando rifletteva a malapena il volto di suo fratello. Filippo era molto più giovane di lui, ma la differenza di età non lo fece di certo desistere. Dalla porta del soggiorno, come un tuono in piena notte, una voce troppo familiare interruppe il gelido silenzio della stanza. «Fermo, Filippo in realtà è...»". Solitamente, qui, ci dovrebbe essere qualche riga che, in qualche modo, faccia incuriosire il lettore. Ma questo è un libro comico, che poco c'entra con questo estratto, seppur accattivante e intrigante. Ed è proprio questo che troverete nel testo, un continuo rovesciamento dell'universo di attesa, che sorprenderà e divertirà il lettore, incastrandolo in questo abile gioco di parole. "Il libro che non scriverò mai" è una raccolta di racconti umoristici, che amano uscire fuori dagli schemi, reinventarsi e strappare una risata. Scene che sanno di assurdo e follia, si intrecciano tra le brillanti e geniali freddure. C'è sapore di teatro dell'assurdo nel lavoro di un autore che ci propone la sua comicità pulita e sottile.