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Giulio Preti, filosofo pavese dello scorso secolo, si inserisce in quel contesto di giovani pensatori che negli anni '30 del Novecento si sono riuniti a Milano per esprimere la consapevolezza teorica della crisi dell'epoca. Preti, infatti, mira a una ricostruzione filosofica che sia anche una risposta alle inquietudini del mondo contemporaneo. Il piano della conoscenza e il piano della carne si intrecciano, ricomponendo una realtà all'apparenza frammentata. La filosofia assume una responsabilità etica: il filosofo deve prendere atto del caos della realtà circostante e impegnarsi, in vista di una cultura democratica, ossia fautrice di una coesistenza umana libera ed egualitaria. Il pensiero eclettico di Preti rende impossibile attribuire ad esso un'etichetta, un -ismo, come lo stesso Preti avrebbe detto. Proprio questa complessità viene analizzata nello scritto, provando a tracciare una linea che ne unisca i diversi aspetti.