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"Trentatré volte" me è un prosimetro in cui ogni componimento è accompagnato da una fotografia scattata dall'autrice durante i suoi viaggi in Cambogia, Auschwitz e Roma. Con toni delicati e morbidi, l'autrice si fa trovatrice della sua storia e della storia dei molti, nel tentativo di sublimare, attraverso la parola poetica, la crudeltà della realtà: la disumanizzazione progressiva cui la tecnologia ci spinge, la miseria in cui versano i più, una storia remota che fa ancora paura e che non ci si può permettere di dimenticare. A tutto questo, Ludovica Sestilli contrappone, con lo sguardo di chi il coraggio di amare la vita, la bellezza e la meraviglia delle piccole cose, la poesia della quotidianità e dell'ordinario.